Papa Francesco, Papa tra la gente
- Maddalena Sparascio
- 8 ore fa
- Tempo di lettura: 3 min
A pochi giorni dalla scomparsa del pontefice vogliamo ricordarlo provando a tracciare un ritratto di una figura umile ma di grande valore nei nostri giorni.

Papa Francesco, nato Jorge Mario Bergoglio il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires, in Argentina, è il 266esimo papa della Chiesa cattolica.
Figlio di immigrati italiani, ha studiato chimica prima di entrare nel seminario. È stato ordinato sacerdote nel 1969 e ha ricoperto vari ruoli di rilievo nella Compagnia di Gesù e nella Chiesa argentina, diventando arcivescovo di Buenos Aires nel 1998 e cardinale nel 2001. Il 13 marzo 2013 è stato eletto papa della Chiesa cattolica, primo gesuita e primo papa proveniente dall’America latina. Ha scelto il nome Francesco in onore di San Francesco d'Assisi, segnando fin da subito un pontificato all'insegna della semplicità, dell'umiltà e dell’attenzione ai poveri e all’ambiente. Il suo primo viaggio ufficiale, tenutosi in un luogo simbolico, fu a Lampedusa in ricordo della strage di migranti: fu una visita il cui messaggio era molto chiaro, un messaggio di apertura verso le periferie sociali, che non stanno a rappresentare luoghi sconfinati geograficamente, bensì ci ricordano di tutti gli esseri umani vittime di atroci violenze, troppo spesso dimenticate nella quotidianità dal resto del mondo.
Numerosi sono stati gli spostamenti durante il periodo del pontificato, durante i quali il Papa si è fatto in prima persona sostenitore di un dialogo inter religioso, ha promosso numerosi incontri tra leader protestanti, ortodossi, ebrei e musulmani; ricordiamo tra i più importanti lo storico incontro con il Grande Imam di Al-Azhar tenutosi nel 2018, qui i due hanno firmato il «documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la Convivenza comune».
Il pontefice, dunque, è stato protagonista di numerosi eventi straordinari; a questo proposito ricordiamo il “Discorso al mondo”, tenutosi sullo sfondo di una Piazza San Pietro completamente deserta, durante la pandemia di Covid-19; anche in questo caso Sua santità ha fatto sentire la sua vicinanza al popolo con parole di conforto. Tutte le tante azioni, le riforme di Papa Francesco della Chiesa rappresentano un tentativo coraggioso di riportare quest’ultima al cuore del Vangelo, puntando su umiltà, misericordia, inclusività e semplicità. Ha cercato di rompere schemi consolidati, mettendo al centro i poveri, i migranti e gli esclusi, e aprendo spazi di dialogo su temi delicati come la famiglia, l’ambiente e il ruolo delle donne, che emergono con forz nella sua celebre enciclica “Laudato sii”. Le sue riforme non sono solo strutturali, ma profondamente spirituali, un invito a una Chiesa più umile, meno autoreferenziale e più vicina alla gente. Papa Francesco ha saputo parlare ai giovani con parole semplici e vere, indicandoci la strada del coraggio, dell'ascolto e della speranza. Ha saputo ispirarci a guardare al futuro con fiducia e a impegnarci per un mondo migliore. Tanti sono stati i giovani che si sono avvicinati alla Chiesa grazie a lui, in particolare Davide Sgró, uno dei ragazzi dell’ oratorio di Lavis, racconta con un filo di nostalgia i momenti di convivialità in cui era presente anche il Pontefice, uno tra tanti l’esperienza, nel 2023, della GMG (Giornata Mondiale della Gioventù) in cui durante la Via Crucis aveva sottolineato aigiovani quanto fossero importanti, ma soprattutto amati. Il tema della GMG era “Maria si alzò e andò in fretta” e così Papa Francesco, con la sua caratteristica semplicità, era riuscito a mettere in cammino un’enorme quantità di ragazzi pronti per andare a donare se stessi agli altri, proprio come esorta il Vangelo. Tra i tanti pensieri dedicati ai giovani in una omelia del 16 novembre 2024, Papa Francesco si è rivolto a loro con parole significative: “Per favore, non perdere la capacità di sognare: quando un giovane perde questa capacità, non dico che diventa vecchio, no, perché i vecchi sognano. Diventa un “pensionato della vita”. Io credo che, credenti e non, tutti indistintamente possano trovare in questa frase un importante spunto di riflessione, in una quotidianità in cui sognare e farlo in grande è visto quasi come qualcosa di superficiale. Papa Francesco ha voluto ricordarci quanto, invece, siano proprio i sogni a “tenerci svegli”: avere un sogno da realizzare o un obiettivo da voler raggiungere ci permette di vivere pienamente, di avere delle speranze e soprattutto di essere creativi, di costruire e di formare noi stessi. Definire chi smette di sognare come un “pensionato della vita” è un’immagine forte: non riguarda l’età anagrafica, ma uno stato dell’anima, una rinuncia alla passione, alla crescita e alla possibilità di cambiare il mondo; è un’esortazione a non lasciarsi spegnere dalla rassegnazione o dalla paura, ma a credere nel futuro, ad avere il coraggio di immaginarlo e costruirlo. Forse proprio grazie a tutte le sue parole e soprattutto alle sue azioni oggi, a pochi giorni dalla sua scomparsa, tutti, giovani e adulti, piangono la morte non solo di un grande Papa ma, soprattutto, di un grande uomo.
Kommentare