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Il 1° maggio: non semplicemente la "festa del lavoro"

  • Giulia Fracasso
  • 1 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

Festeggiare il lavoro significa anche e soprattutto ricordare l’importanza dell’impegno sociale e della collaborazione attiva dei giovani




Il 1° maggio è da sempre una festa molto attesa dai lavoratori, una giornata in memoria di tutte quelle battaglie compiute dagli operai per ottenere più diritti.

Ma oggi giorno ha davvero un senso festeggiare questa festa?

Negli ultimi anni sono sempre più dibattute tutte le problematiche che girano attorno al lavoro: basti pensare che il tasso di disoccupazione giovanile in Italia (under 25) è attualmente del 22,8% (gennaio 2025), in aumento rispetto al 22,5% di dicembre 2024; questo dimostra quanto ormai sia difficile trovare un'occupazione stabile per un giovane uscente da un’università. Inoltre è importante ricordare quanto siano in aumento gli abusi e i morti sul lavoro, un numero spaventosamente troppo grande che urla aiuto; nonostante questo lo stato non c’è.

Una festa per molti rappresenta un piccolo momento di quiete, come per i giovani che solitamente utilizzano questa giornata per riposare o per fare baldoria, ma la festa del 1° maggio dovrebbe essere rivoluzionata: bisognerebbe scendere in piazza per cambiare le sorti del nostro futuro lavorativo.

Molto importante, quindi, è l'impegno sociale di noi giovani in modo da non rendere vano tutto lo studio che svolgiamo fin da piccoli.

Piuttosto che lamentarci e poltrire in casa, potremmo iniziare a valorizzare di più il nostro territorio, sviluppando le conoscenze e le competenze acquisite a scuola, e collaborando per creare un circuito lavorativo efficiente, che magari ci consentirà di non essere gli emigranti di domani e di rimanere nel nostro Salento, sentendoci protagonisti delle sue ricchezze ambientali e culturali. Ma per poter fare tutto questo bisogna avere anche un grosso aiuto e incentivo da parte dello stato, che dovrebbe occuparsi di promuovere le iniziative e stanziare più soldi verso le imprese sia pubbliche, come quelle sanitarie e dell’istruzione, sia private, nate dall’iniziativa dei giovani; tutte potranno collaborare a garantire l'efficienza generale di quel motore essenziale, chiamato Lavoro.

 

La festa del 1° maggio diventerebbe, allora, non solo la festa del lavoro, ma anche quella dell’impegno sociale, della collaborazione attiva e della valorizzazione del territorio. L’art. 1 della Costituzione italiana afferma che “L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro”, evidenziando che il lavoro di tutti è uno strumento essenziale di crescita e miglioramento della condizione di ognuno.


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