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Addio ai test di accesso a Medicina: la riforma Bernini

  • Alice Ciardo
  • 12 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Dal 2025 l'accesso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria sarà libero, con selezione basata sui risultati del primo semestre. La riforma mira a superare il numero chiuso e migliorare l'equità.


 


Da Il Sole 24 Ore
Da Il Sole 24 Ore

La riforma dell'accesso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, approvata dal Parlamento italiano, prevede che a partire dall'anno accademico 2025-2026 l'immatricolazione non dipenda più dai tradizionali test di ammissione, ma da una selezione basata sui risultati degli esami al termine del primo semestre. L'obiettivo è superare il sistema del "numero chiuso", che ha suscitato critiche per l'esclusione e il fenomeno del "turismo universitario".

La Camera dei deputati ha approvato la riforma in via definitiva con 149 voti favorevoli e 63 contrari. Gli atenei sono ora chiamati ad adeguarsi rapidamente alle nuove modalità di selezione, aspettandosi l'arrivo dei decreti attuativi che, come assicurato dalla ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, arriveranno "in tempi rapidissimi". La riforma riguarderà principalmente gli atenei statali, mentre per le università private i test d'ingresso continueranno a essere in vigore.


La ministra Bernini ha celebrato la riforma come un passo fondamentale, sottolineando che il "numero chiuso" è ormai superato, aprendo la strada a un incremento del numero degli studenti. Si stima che per i prossimi sette anni ci saranno 30.000 posti in più. Bernini ha anche evidenziato l'importanza dei "sei mesi caratterizzanti" che permetteranno agli studenti di formarsi in modo più completo, con l'abolizione del test a crocette, considerato un metodo inadeguato per valutare le reali capacità degli studenti. Inoltre, Bernini ha parlato della fine del "mercato parallelo della formazione", sottolineando come l’eliminazione del test d’ingresso possa finalmente ridurre il fenomeno, sempre più diffuso, del cosiddetto "turismo universitario", che spingeva molti giovani a scegliere atenei all'estero per poter accedere alle professioni sanitarie.


Anche il collega di governo Matteo Salvini ha elogiato la riforma, definendola una "vittoria della Lega". Salvini ha ricordato che l'impegno della Lega è stato quello di consentire a tanti giovani aspiranti medici di mettersi alla prova attraverso il percorso universitario, basando la selezione sul talento e sulla meritocrazia. Non più test a crocette, quindi, ma la possibilità per gli studenti di dimostrare il loro valore attraverso gli esami universitari.


Il cuore del cambiamento risiede nel fatto che la selezione per proseguire gli studi non avverrà più prima dell’inizio del percorso accademico, ma alla fine del primo semestre. La valutazione avverrà quindi in base ai risultati ottenuti negli esami universitari, offrendo così agli studenti una reale opportunità di dimostrare le loro capacità e il loro impegno. È interessante notare come, sebbene l’ammissione al primo anno non sarà più vincolata da test d’ingresso, il numero programmato rimarrà in vigore, ma con una selezione che sarà effettuata in un contesto di apprendimento reale, dove gli studenti avranno la possibilità di esprimere appieno le proprie potenzialità.


Tuttavia, la riforma non è priva di critiche. Le forze di centrosinistra, tra cui il Pd e il M5S, hanno definito la riforma un "bluff", accusando il governo Meloni di spostare semplicemente la selezione al secondo semestre senza risolvere le problematiche strutturali del sistema educativo. Secondo l'opposizione, non vengono aumentate le risorse necessarie per sostenere l'innalzamento del numero di studenti, e ciò comporterà disagi e una possibile riduzione della qualità della didattica. In particolare, i critici temono che la selezione, concentrata nel primo semestre, possa portare a una competizione ancora più intensa e a difficoltà per gli studenti, che potrebbero trovarsi ad affrontare difficoltà accademiche senza il giusto tempo per ambientarsi.


I rettori universitari, rappresentati dalla presidente della CRUI Giovanna Iannantuoni, si sono dichiarati pronti a fare tutto il possibile per mantenere elevati gli standard qualitativi della formazione, ma attendono le linee guida definitive per l'attuazione della riforma. Nonostante le preoccupazioni, i rettori si sono detti fiduciosi e pronti a lavorare per adattarsi alle nuove disposizioni.


Intanto, è stata anche presentata la bozza di riforma per i programmi scolastici per la scuola dell'infanzia, elementare e media, con l’obiettivo di sostituire le vecchie Indicazioni nazionali a partire dall'anno scolastico 2026-2027. Le novità principali includono l'introduzione del latino a partire dalla seconda media, il rafforzamento della memoria con poesie, l'inserimento di materie STEM e la prudente introduzione dell'Intelligenza Artificiale. Inoltre, verrà data una nuova attenzione alla storia, sottolineando come "solo l'Occidente" conosca una determinata visione storica.


Nel complesso, la riforma dell'accesso alle facoltà universitarie di Medicina, Odontoiatria e Veterinaria si inserisce in un processo di riforma del sistema educativo italiano, che mira a rispondere alle sfide di un mondo che cambia rapidamente. Seppur ben accolto da alcune forze politiche e accademiche, il cambiamento avrà bisogno di risorse adeguate per garantire che non si riduca la qualità dell'insegnamento e che tutti gli studenti possano trarre beneficio da un sistema più meritocratico e aperto. La sfida principale sarà quella di evitare che le buone intenzioni della riforma non si traducano solo in un’opportunità teorica, ma in un vero e proprio miglioramento per le future generazioni di studenti italiani.

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