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8 marzo 2025!

  • Francesca Piceci
  • 8 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

La festa delle donne: una giornata per ricordare o un’occasione per favorire il consumismo?


 


L’8 marzo 1977 venne istituita dall’ONU la “Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne”, giornata nata per ricordare l’importanza della lotta per i diritti delle donne, nel percorso della loro emancipazione.

 

Le origini di questa giornata risalgono ai primi del Novecento, periodo in cui le donne iniziarono a organizzarsi per rivendicare i loro diritti. Nel 1908 una grande manifestazione a New York vide la partecipazione di migliaia di operaie tessili, che chiedevano salari equi e orari di lavoro più umani. In seguito venne istituita la “Giornata Nazionale della Donna”, riconosciuta solo negli USA. Dal 1911 la ricorrenza fu celebrata per la prima volta in Austria, Danimarca, Germania e Svizzera. Tuttavia, il tragico incendio della fabbrica Triangle Shirtwaist a New York, il 25 marzo 1911, in cui morirono 146 lavoratrici a causa delle pessime condizioni di sicurezza, rafforzò la necessità di continuare a lottare per i diritti delle donne. L’8 marzo 1917, le operaie di San Pietroburgo scesero in piazza per protestare contro la guerra e la carenza di cibo, dando inizio a una serie di eventi che portarono alla Rivoluzione Russa e alla concessione del diritto di voto alle donne in Russia. In seguito si stabilì l’8 marzo come data ufficiale per la “Giornata Internazionale della Donna”, data che nel 1977 venne riconosciuta ufficialmente anche dall'ONU.

 

Nonostante le numerose lotte sostenute nel tempo, la considerazione della donna, seppur sia migliorata rispetto al XX secolo, è ancora lontana dall’essere paritaria alla condizione dell’uomo e, anzi, in alcuni Paesi sembra che non sia cambiato niente e la donna è costretta a vivere sottomessa all’uomo. Ovviamente quest’ultimo caso è perlopiù presente negli Stati africani o asiatici, in cui si è ancora ben lontani dal raggiungere la parità di genere, mentre nei Paesi occidentali la sfida più grande sta nel raggiungere la parità in ambito lavorativo e salariale. In generale si può dire che le varie lotte combattute dalle nostre antenate abbiano portato a dei miglioramenti della condizione della donna rispetto al passato, ma nonostante ciò c’è ancora molto da fare.

 

Al giorno d’oggi la “Giornata Internazionale della Donna” rappresenta sí un’occasione per celebrare i progressi compiuti dalle donne nel passato, ma, allo stesso tempo, un momento di riflessione sulle disparità di genere ancora presenti, infatti questa giornata è caratterizzata da numerose manifestazioni in tutto il mondo, ove le donne scendono in strada per sottolineare e ricordare l’importanza dell’uguaglianza di genere e della lotta contro le discriminazioni.

 

Adesso, però, sorge spontaneo chiedersi: “È necessario avere una giornata per i diritti della donna?” o anche “A che serve festeggiare questa giornata, se poi alla fine rimane tutto confinato in questo breve lasso di tempo?”

Queste sono solo un paio delle domande che dovremmo porci, e il fatto che non ce le poniamo sta ad indicare quanto siamo ancora lontani dal raggiungere lo scopo ultimo per cui è nata questa giornata, ossia la parità tra uomo e donna.

 

Questa “Giornata Internazionale della Donna” nel nostro Paese è più comunemente chiamata “Festa della Donna”, un giorno in cui viene celebrata la figura femminile. Ma la donna non andrebbe celebrata tutti i giorni? C’è davvero bisogno di una giornata in particolare per celebrare le donne? A mio parere NO, ma alle volte noi esseri umani abbiamo bisogno di qualcuno che ci imponga una ricorrenza per capire che ciò che festeggiamo o ricordiamo quel giorno dovremmo festeggiarlo e ricordarlo tutti i giorni: dovrebbe essere così per la giornata della donna, ma anche per la festa del papà o della mamma o dei nonni.

Oggi molte feste e ricorrenze sono diventate solo un’occasione per spingere le persone a spendere i propri soldi per comprare qualcosa di puramente simbolico, senza considerarne il valore effettivo. La società in cui viviamo, basata sul consumismo, ha trasformato momenti che un tempo avevano un valore affettivo in eventi puramente commerciali. La pubblicità e il marketing ci fanno credere che per festeggiare bisogna per forza spendere soldi, togliendo spesso il vero significato di queste celebrazioni.

 

Io penso che la società potrà progredire solo quando non avremo più bisogno di giornate come quella di oggi per ricordare cose semplici, che dovrebbero essere scontate, come il fatto che uomo e donna sono uguali e per questo devono avere gli stessi diritti, e mi auguro davvero che in un prossimo futuro questa giornata diventi solo un giorno per ricordare tutte le lotte combattute fin dal XIX secolo per raggiungere la parità di genere e che non rappresenti più un momento per festeggiare la donna, perché questo è qualcosa che andrebbe fatto tutti i giorni e non solo l’8 marzo.

 

“La donna non è nata dalla testa dell'uomo per essere superiore, né dai suoi piedi per essere sottomessa, ma dal suo fianco per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata.” (San Bernardino da Siena) 

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